Fata pratolina ogni mattina al risvegliar del sole, con entusiasmo si soffermava ad ammirar la bellezza del paesaggio, ed ogni stelo, ogni fiore, insetto o animaletto che abitasse i prati.
La primavera tesseva il suo manto di margherite e candide, festose crescevano gloriose, mentre la fata pratolina con ardore ogni giorno seminava, prati, valli e monti e
con bei fiori li ricamava, per rallegrar occhi ed odorato con fraganze naturali.
Il vento si divertiva a smuover steli e corolle, che or fugaci, or lievi, e con enfasi di gloria,
e di quel saluto il vento inondava anche Fata pratolina e lei ne usufruiva di quel benessere,
i suoi capelli lunghi ed ondulati, dal bel color biondo si lasciavano sventolare ed
il vento con cordialità ci giocava.
La fata sorridente e giocosa apriva le sue ali, ed in piccoli voli, salutava il vento in segno di gradito apprezzamento. Il vento allegro e soddisfatto scompigliava la sua bella chioma ed esprimeva il suo parere; ” oh fata di viole ammantata e dal profumo inondata, indossi l’ abito dei prati e l’ orgoglio sei del mondo ed io vento a te, m’ inchino e con lievezza m’inoltro sui steli e
sui fiori e soffusamente soffio!.
Il vento era orgoglioso della Fata e apprezzava ogni sua opera.
La fata sorvolava ogni campo ed ogni luogo osservandone la flora e la vegetazione che mamma primavera accudiva con splendore la sua vegetazione, ed ogni abitante di quei luoghi era affezzionato alla Fata, e la fata ricambiava erano una grande famiglia.
"Tutti per uno ed uno per tutti."
Era un giorno qualsiasi come tanti giorni ed un’ ape andò da Fata Pratolina per esporle un problema;“ oh fata quest’ anno i fiori sono ammirevoli e profumati, di bei colori son vestiti,
ma purtroppo non consentono a noi api di produrre molto miele, nei fiori si ricava poco polline, come faremo a riempire le nostre cellette di buon miele? ”
"La fata tranquillizzò l’ ape; “ dovrete attendere con pazienza l’ alta stagione,
ancora fa frescolino, ma, la primavera è alle porte, vedrete fra qualche giorno, riempirete i vostri alveari e la produzione di miele diverrà ottima!"
L’ ape salutò soddisfatta la Fata ed andò per la sua strada! La fata svolazzava fra campi incolti e seminati, ammirando fiori, campi di grano, orzo ed avena, e sulle valli e le pianure dall’ alto del cielo dominando il panorama si sentiva emozionata.
Maestosi arcobaleni in fluorescenti colori circondavano spazi e il suo sguardo ne era ammagliato, erano visioni naturali, la natura era un antico splendore e aveva il privilegio di ammirarne la bellezza.
La primavera era alle porte ed ogni semina si preparava ad un buon raccolto di frutta, ogni petalo cresceva gioioso, ed ogni stelo dritto e possente ergeva verso il cielo, la pioggia scendeva copiosa a dissetar la terra, era una primavera piovigginosa, ed i prati erano verdi smeraldo erano da ammirare. Ogni insetto e animale aveva un tetto per ripararsi, ed una piccola casa ove abitare. La talpa si nutriva di radici e bucava la terra di ogni prato, raccogliendone ogni radice saporita che incontrava nel cunicolo sotto terra. Le farfalle volteggianti vibravano su corolle di fiori,
or ad ali aperte, or ad ali chiuse e addolcivano i paesaggi di bei colori.
Le lepri felici e serene si rotolavano nell’ erba alta e fresca, mentre i fiori sorridenti di vederli correre così veloci si inchinavano al loro passaggio. Fata pratolina festosa in ogni cielo, ed ogni luogo andava ad ascoltar il suo popolo per poterne soddisfare ogni richiesta.
Un dì volando quà e là, su prati e sui fiori qualcuno la chiamò;
“ Fata pratolina sono Birba la formica?” Son una formica laboriosa ed amo la mia casa e la mia terra, abito in una grande città ove ogni formica ha la sua abitazione, il suo granaio per far mangiare le famiglie anche l’ inverno quando la terra ha poco da donare.
Parlo a nome mio e del mio popolo; "Fata Pratolina di te abbiamo molta stima, la nostra città è stata presa d’ assalto da una talpa micidiale, ci sta demolendo case e granai fra non molto la città verrà demolita, come possiamo fare amica cara? La fata riflettendo il da farsi le venne
un’ idea geniale. "Birba dovrete agire molto bene e con prudenza, non è facile spodestare una talpa, lei ha il potere di lavorare nascosta ed a voi piccole creature vi calpesta, dovrete lavorare con sudore se volete salvare la città”! "Ascolta dovete essere unite e compatte e scavare una galleria che affianchi la sua galleria, e la nuova galleria la dovrà condurre in un altra direzione, con questa difficile operazione, potete liberarvi di lei ma con pazienza, ed in seguito dovete otturare con la terra la vecchia galleria e la talpa non distinguerà più il passaggio vecchio dal nuovo, insomma dovrete imbrogliarla e solamente affiancandovi tutte unite una con l’ altra e
con gran sudore cara Birba, potrete vincere la battaglia.!"
A birba sembrò un ottima idea e ringraziandola salutò Fata Pratolina promettendole che sarebbe tornata in seguito darle notizie riguardo al suo piano di battaglia fra loro e la talpa.
Le formiche si unirono a milioni e milioni e si misero tutte al lavoro, decisero che per primo avrebbero scavato la nuova e lunga galleria, per deviare la talpa verso un altro luogo, ed in seguito avrebbero chiuso la vecchia galleria, aprendole a metà galleria un varco comunicante fra la vecchia e la nuova dove la talpa non si sarebbe accorta di nulla, solo così potevano salvare i granai e le abitazioni. Le formiche iniziarono a scavar la terra e facendo un lungo cunicolo e scavando, scavando senza sosta notte e giorno e facendo dei turni fra di loro, ad un tratto videro la luce e il cielo e con meraviglia si accorsero che erano arrivate sulla spiaggia e vedero il mare: Oh con ammirazione dissero; come è bello, in fin dei conti non l’ avevano mai visto il mare e le formiche si resero conto che la talpa lì sarebbe stata molto bene, avrà cibo in abbaondanza, pesci, granchi, e tant’ altro, soddisfatte continuarono a lavorare. Chiusero un tratto della vecchia galleria per impedire alla talpa di tornare nella loro città e con parsimonia e buona volontà, riempirono il vecchio cunicolo, e fra il vecchio e il nuovo cunicolo aprirono una piccola galleria che destinava la talpa fin il mare e con fortuna la talpa non sarebbe più ritornata. Lavorarono giorni e giorni fino allo stremo le piccole formichine e la loro amica birba, stanche e sfinite caddero in letargo per giorni dormirono come ghiri, e quando si svegliarono con grande meraviglia costatarono che era tutto in ordine ed ebbero una nuova speranza che fece rifiorì i loro cuori, giorni a seguire la talpa non venne più, riuscirono molto bene, e la talpa trovò un nuovo alloggio confortante da non tornar mai più da loro. Il popolo formicaio fu grato a Birba per averle salvato case e cibo e Birba disse al suo popolo; "Andrò a ringraziare Fata pratolina è lei che ci ha tolto da quest’ impiccio altrimenti la talpa non avrebbe lasciato la nostra città!."Birba partì decisa ed andò da Fata pratolina la trovò intenta in mezzo ai prati e svolazzava fra campi fioriti, la chiamò;“ Fata pratolina? La Fata corse da Birba sorridente; “ ehi Birba com’è andata con la talpa?” Ah fata è andato come avevi previsto abbiamo lavorato giorno e notte ma non è più tornata nella città ed abbiamo salvato i granai altrimenti quest’ inverno saremmo morte dalla fame. Fata ti porto ringraziamento e gratitudine da tutta la comunità, sono stati entusiasti del tuo consiglio!” la Fata con molta umiltà le dice;
“ Birba avete dato un grande insegnamento e senza rendervene conto siete state magnifiche e ammirevoli. Birba avete dimostrato che certe battaglie non si vincono da soli, che l’ unione fa la forza ed un popolo unito vince sempre, avete vinto e sconfitto la talpa con determinazione e la caperbietà di un gruppo, la forza del gruppo può determinare tante vittorie anche in battaglie da sembrare impossibili, ma amorevolmente uniti e portenti si diventa forti!”
” Grazie Birba continuò la Fata di esser venuta a portarmi questa bella notizia e
se avete bisogno di me sapete dove trovarmi, ma son certa che ve la cavate benissimo
anche da sole!” " porta un caro saluto alla tua comunità Birba a presto!"
Birba ricambiò i saluti e con una nuova verve e s’ incamminò verso casa pensando!
L’ unione fa sempre la forza!